martedì 2 dicembre 2014

La Notte dei Falò - L'Immacolata ed il soffritto





A Vietri sul Mare,  ogni anno, tra il 7 e l'8 dicembre, si festeggia la vigilia dell'Immacolata Concezione.
E' una festa ricca di tradizione che ha origini antichissime pare risalga alla popolazione bizantina-Romana ed affonda le sue radici in tempi antecedenti l’ottocento.
Con il passare degli anni, nonostante i numerosi cambiamenti, continua a non venir meno la fede e la devozione che contraddistingue gli abitanti di questo piccolo paese costiero.
Se pur con alcune varianti, resiste nelle frazioni di Benincasa e di Raito, dove per ragioni logistiche i Falò diminuiscono di numero e acquisiscono nomi diversi infatti a Raito si chiamano i “capannoni” a Benincasa "i fuoconi" e le “cataste”si accomunano dal fatto che al passaggio della processione avviene l’accensione.
A Marina di Vietri la festa dell'Immacolata è vissuta in maniera molto più particolare che altrove. Non le solite funzioni eucaristiche, ma una processione che si snoda attraverso i vicoli del piccolo centro, in piena notte, portando la statua dell'Immacolata fino in riva al mare.
Storicamente paese di pescatori, Vietri, ha un legame particolare con il mare e ancor oggi, in un tempo in cui tutti i giovani tendono ad emigrare per cercare fortuna altrove, la fede e la devozione per la Madonna continuano ad intrecciarsi con l'enorme rispetto che i vietresi hanno per le acque che bagnano la marina.
Durante il suo percorso la statua della Madonna, è accompagnata in processione per tutto il borgo marinaro da un lungo seguito di fedeli, turisti e curiosi passa davanti a giganteschi falò ('i treppier – cosi sono detti a Marina  perchè costruiti su una base a tre piedi).
Questi ultimi vengono accesi al passaggio della statua, con tecniche particolari tramandate di padre in figlio da anni ed anni.
Per ogni ragazzino marinese, imparare ad innalzare e montare le fascine  (nei giorni precedenti la festa) per poi incendiare un "Treppier'" è un percorso obbligato che segna, in un certo senso, anche la sua entrata nella società.
La tradizione narra che le donne di questi paesi accendessero i falò per i mariti che stavano in mare a pescare: a quei tempi, accendere un fuoco, era l'unico mezzo disponibile per far vedere la via di casa. E la notte del 7 dicembre rappresentava l’ultima data utile per la pesca. In quando dopo tale data di fatto il tempo ed il mare non sono  più clementi.
L'usanza, tramandata nei secoli, avrà subito qualche inevitabile trasformazione e, ad oggi, è molto probabile che l'intreccio di devozione e tradizione abbia fatto in modo che questi falò cambiassero la loro funzione principale, trasformandosi da luci "segnaletiche" a luci "spirituali".
In tempi più moderni,  i fedeli hanno cominciato ad accendere 'i treppier' per far si che le strade percorse dalla Madonna, quei vicoli piccoli e bui, fossero sempre illuminate.
Come in tutte le tradizioni anche questo evento  ha i suoi piatti tipici.
È tradizione attendere l’orario della processione  trascorrendo in casa con familiari ed amici una vera e propria vigilia,  intrattenendosi in un tipico cenone a base di pesce e piatti tipici, a cui fanno seguito i giochi della tombola e delle carte.
Tra i piatti degustati per l'occasione si segnala “il soffritto” e “le patate cotte sotto la cenere”.
 ('o zuffritt')
non si tratta altro che di corata di maiale, polmone, fegato, milza, esofago, trachea e tutto il resto, tagliata a pezzettini e cotto in una salsa di pomodoro ottenuta con conserva scura con aggiunta di peperoncini.

Soffritto dell’immacolata
E’ una zuppa tradizionale, povera e proletaria.
Si preparava infatti con gli scarti della macellazione del maiale, come tutti i piatti antichi e poveri si accompagna  tradizionalmente  con pane casareccio raffermo reso croccante ed inzuppato nel sugo.

Ingredienti
Soffritto di maiale (ossia: polmone, trachea, cuore e milza)
conserva di pomodoro
olio extra vergine d’oliva
sugna (o strutto)
peperoncino forte
foglia di lauro
rosmarino
sale.

Procedimento
Bisogna lavare bene e lasciare a bagno in acqua corrente i pezzi di interiora dopo aver tagliato a piccoli pezzi tutto il soffritto. Smaltite tutte le tracce di sangue asciugare accuratamente tutte le parti di carne. 
 Utilizzare un tegame fondo e mettere a riscaldare prima i riccioli di sugna sufficienti per soffriggere ai quali va aggiunto l’olio extravergine d’oliva, ed infine si introduce il soffritto per rosolare a fuoco vivo.
 Essiccato il liquido e rosolata la carne bene bene,  va aggiunta  la conserva di pomodoro che va diluita con un acqua.
Mano a mano che la cottura prosegue bisogna avere cura di aggiungere acqua e introdurre le spezie  il lauro,  il rosmarino, il peperoncino e il sale quanto basta.
Lasciate cuocere a fuoco lento per un paio d’ore avendo cura di non rendere il sugo molto denso..
Preparate i crostini di  pane biscottato al forno; impiattare utilizzando le fette due o tre in ogni piatto come fondo  e poi  ricoprirle con il soffritto ed il sugo ormai amalgamato e cotto a punto giusto.
P.s. Buona notte dell’Immacolata.
Cosmo Di Mauro  



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